FAQ
Che cosa si intende per gradazione di consistenza dei grassi lubrificanti?
Le prescrizioni dei costruttori di macchinari industriali riferite agli oli lubrificanti da impiegare per il loro funzionamento, indicano valori espressi secondo ISO VG: che cosa intendono con questo tipo di sigla?
La ISO International Organization for Standadization ha emesso la norma sui “Lubrificanti Industriali Liquidi ISO 3448” che classifica gli oli lubrificanti industriali sulla base del valore della loro viscosità cinematica a 40°C, espressa in mm2/sec.
I diversi numeri che contraddistinguono le varie gradazioni ISO VG (VG = Viscosity Grade) approssimano il valore medio dell’intervallo di viscosità stabilito per ciascuna di esse, secondo lo schema seguente:
Esistono dei termini di scadenza per i prodotti lubrificanti?
Non esistono termini di scadenza (shelf life) codificati da normative tecniche ed internazionalmente riconosciuti. L’insorgenza di eventuali problemi con l’utilizzo di prodotti lubrificanti di vecchia produzione dipende ovviamente dalla tipologia formulativa; particolare attenzione va posta allo stato del prodotto nella sua confezione originale.
Vanno comunque considerati come segnali di allarme i seguenti fenomeni:
- grassi: abbondante olio che galleggia sulla superficie
- oli emulsionabili: evidente separazione dei componenti o presenza di odori forti e sgradevoli
- prodotti solventati: concentrazione del prodotto base con solvente separato od evaporato
- oli lubrificanti: evidente separazione dei componenti o precipitazione degli additivi
- prodotti a base acquosa: evidente separazione dei componenti
È opportuno ricordare che, pur non esistendo particolari problemi di scadenza, è comunque buona norma conservare i prodotti nei loro contenitori originali chiusi, in luogo asciutto e non esposto al gelo o a temperature superiori a 50°C, utilizzando sempre per prime le scorte più vecchie.
Si ricorda che se i contenitori vengono aperti una eventuale contaminazione esterna del prodotto può modificarne l’idoneità all’uso. Per eventuali dubbi contattare il nostro ufficio tecnico.
Esiste un trattamento fiscale particolare per i lubrificanti?
Il mondo dei lubrificanti è molto variegato e contempla la presenza di un notevole numero di diverse formulazioni, che vengono gestite in maniera differente da paese a paese, sulla base della loro nomenclatura combinata (NC, HS code in inglese).
In Italia esiste una specifica normativa che assoggetta i prodotti lubrificanti alla cosiddetta imposta di consumo, specificando anche stringenti adempimenti per gli operatori del settore.
I prodotti sono tassati alla loro immissione in consumo sul territorio nazionale, sulla base della loro nomenclatura combinata; i prodotti lubrificanti classificati alla NC 2710 (che contengono 70% o più in peso di oli minerali lubrificanti) pagano l’imposta piena, oggi pari a 787,81 Euro/ton, quelli classificati alla NC 3403 (che contengono meno del 70% in peso di oli minerali lubrificanti) pagano l’imposta sul solo contenuto di olio lubrificante.
Esistono altri prodotti sintetici, come le polialfaolefine e gli alchilati, che sono fiscalmente assimilati agli oli lubrificanti quando immessi al consumo per la lubrificazione meccanica.
Fanno eccezione i lubrificanti classificati alla voce doganale 34039900 che, non contenendo oli minerali, non sono soggetti ad imposta di consumo.
Questa tassazione non è armonizzata a livello UE ed esiste solamente in alcuni paesi dell’Unione; i prodotti esportati sono esentati dal pagamento dell’imposta di consumo, ma l’azienda (come è VISCOL) deve essere specificatamente autorizzata ad operare in regime di sospensione d’imposta.
In Italia gli utilizzatori e i depositi commerciali, sulla base delle dimensioni dei rispettivi depositi, possono essere soggetti a specifiche autorizzazioni e alla tenuta di registri di carico e scarico; in caso di importazione questi sono i soggetti obbligati al pagamento dell’imposta di consumo, mentre nel caso di un produttore nazionale l’imposta è assolta dallo stesso all’atto della prima immissione sul mercato.
Oltre all’imposta di consumo, con meccanismi analoghi, il produttore o l’importatore sono obbligati per legge al pagamento del cosiddetto Contributo Oli Usati, da versare al CONOU, finalizzato al sostegno della filiera di raccolta e rigenerazione degli oli lubrificanti esausti.
Cosa è l’origine delle merci per i lubrificanti?
L’origine è una caratteristica della merce che identifica, attraverso l’applicazione di regole e criteri, il paese di produzione/fabbricazione ai fini:
- dell’applicazione della tariffa doganale;
- delle altre misure di politica commerciale (dazi compensatori, antidumping, limiti quantitativi, divieti economici);
- dell’etichettatura di origine (made in – Accordo di Madrid e made in Italy);
- dell’applicazione di misure sanitarie e fitosanitarie.
L’origine non va confusa con la provenienza della merce.
Esistono due tipi di origine, che non sono a dispetto della definizione, una il contrario dell’altra, ma che seguono regole complesse anche molto diverse, definite dall’Unione Europea e da specifici accordi tra l’UE e paesi o territori o gruppi di paesi non UE:
- l’origine preferenziale viene conferita alle merci provenienti da determinati paesi quando soddisfano le regole di origine di cui ai relativi accordi preferenziali. In questo caso, le merci possono beneficiare di un dazio doganale ridotto o dell’esenzione daziaria;
- l’origine non preferenziale è utilizzata per l’applicazione di tutti i tipi di misure di politica commerciale non preferenziali, come, per esempio, embarghi commerciali, misure di salvaguardia, requisiti dei marchi d’origine, restrizioni quantitative o contingenti tariffari, statistiche commerciali.
I documenti principali che attestano l’origine sono i seguenti:
- origine preferenziale: EUR 1 rilasciato dalla dogana di esportazione
- origine non preferenziale: certificato di origine rilasciato dalla competente Camera di Commercio, dichiarazione Made-In rilasciato dal produttore
Le regole per la determinazione dei due tipi di origine sono diverse tra loro e prevedono differenti metodi di prova, sulla base della nomenclatura combinata del lubrificante; la quasi totalità dei prodotti può essere classificata alle nomenclature combinate 2710 e 3403.
Nel primo caso la presenza per definizione di basi lubrificanti con la medesima nomenclatura comporta una analisi puntuale del singolo lotto, del quale va analizzata l’origine dei singoli componenti e il loro peso: per questa ragione non è quasi mai possibile fornire una dichiarazione di origine preferenziale di lungo termine da parte del produttore. Per le preparazioni lubrificanti NC 3403 invece, quasi sempre può essere applicata la regola del cambio totale di nomenclatura, condizione sufficiente per garantire l’origine del paese di produzione.
Link di utilità
API American Petroleum Institute
https://www.api.org/
ASTM American Society for Testing and Materials
https://www.astm.org/
ATIEL – The Technical Association of the European Lubricants Industry
https://atiel.eu/
CONCAWE Conservation of Clean Air and Water in Europe
https://www.concawe.eu/
Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati
https://www.conou.it/
DIN Deutsches Institut für Normung e. V.
https://www.din.de/en
ECHA – European Chemical Agency
https://echa.europa.eu/it/home
ELGI – European Lubricating Grease Institute
https://www.elgi.org/
ERGTC – European REACH Grease Thickeners Consortium
https://ergtc.wordpress.com/
GAIL Gruppo Aziende Industriali della Lubrificazione
https://aispec.federchimica.it/gail/chi-siamo
ILMA Indipendent Lubricant Manufacturers Association
https://ilma.org/
Innovhub – Stazioni Sperimentali per l’Industria
https://www.innovhub-ssi.it/
ISO International Organization for Standardization
https://www.iso.org/home.html
NLGI – National Lubricating Grease Institute
https://www.nlgi.org/
UEIL – Union of the European Lubricants Industry
https://www.ueil.org/
UNI Ente Italiano di Normazione
https://www.uni.com/
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